Ultimamente, nell'ottica di approfondire la conoscenza frammentaria che ho dei rivelatori, sto leggendo un sacco di cose per lo più scaricate da internet. In attesa che tutti i tasselli arrivino pian piano a riempire i vuoti di conoscenza chiedo il vostro aiuto per accelerare i tempi.
Da quel che ho capito, le sonde Geiger Muller non sono adatte a misure di energia (quindi espresse, per esempio, in Gray ovvero J/Kg e simili?) ma a quantificazione della radiazione in cps/cpm, questo a causa del fatto che lavorano in un regime di tensioni per il quale la successione a valanga della scarica interna non è proporzionale alla radiazione incidente, a differenza di camere a ionizzazione e contatori proporzionali.
Al riguardo ho letto anche il thread presente nella sezione "Contatori Geiger" [Local Link Removed for Guests]" onclick="window.open(this.href);return false;
Ora: mi sono imbattuto in un documento relativo a strumentazione Italelettronica, storicamente in uso all'esercito italiano, in cui si parla di una sonda beta-gamma, la GF 145, e altri modelli simili. Posto direttamente il paragrafo interessato.
Sul retro della sonda dove è presente il citato commutatore beta-gamma/gamma sono stampigliate le unità di misura mR/h e imp/sec, qundi è il produttore stesso a dichiararlo.
E' chiarissimo che nella modalità beta/gamma si ragiona in imp/sec ovvero cps, poichè non viene discriminato il tipo di radiazione. E' pacifico. Ma nel momento in cui si opera in modalità gamma si può quantificare in mR/h utilizzando un tubo GM che lavora in regime di non proporzionalità? E' forse dovuto al fatto che tale sonda GF 145 è fornita tarata? Quindi so per certo che con sonda a coperchio anteriore avvitato entrano solo fotoni gamma e questa taratura che devo ancora approfondire mi permette di "compensare" la non proporzionalità della risposta del rivelatore tanto da poter esprimere la misurazione con unità di misura dimensionalmente differente rispetto agli anonimi cps? Oppure dice bene Amarturini:
E' sostanzialmente un'approssimazione? Magari anche abbastanza precisa chi lo sa, fatta in virtù dell'utilizzo militare di questi apparati, quindi tenendo conto dell'utilizzo pratico in situazioni di emergenza in cui un certo scarto è accettabile ai fini delle decisioni pratiche da prendere sul campo in tempi brevi?amarturini ha scritto:Se non si sa che isotopo c'è davanti al tubo GM non si può fare una conversione da eventi misurati ogni secondo a dose assorbita.
[...]
Allora come fanno i contatori GM ad indicare i uSv/h? Inventano!
Io ho risolto così con il mio contatore autocostruito: ho scritto all'ASL e mi sono fatto dire quanta è la dose media, basata sul fondo naturale, a Milano. Poi ho tarato di conseguenza il contatore. Ma so benissimo che la misura in uSv/h è molto approssimata.
Sto veramente sbattendo la testa contro l'equivalenza mR/h = imp/sec, non riesco a "visualizzarla" nella mia testa. Dimensionalmente, i cps sono [sec^-1] come è possibile convertirli i mR/h? Il Roentgen è unità di misura della dose di esppsizione in aria, espressi in sC/cm^3 (nel S.I. il suo corrispettivo è C/Kg). E' la taratura della sonda che mi permette di fare la conversione, anche approssimativa?
Ringrazio chi vorrà intervenire, spero di aver esposto la questione, e i miei dubbi, in maniera chiara. Saranno benvenuti i rimandi a documentazione e spiegazioni in cui non mi sono ancora imbattuto.
Mr. F.